Scritti di Sergio Bianco nel dominio dei Simboli.

Che tatuaggiadicere? La pelle è la tua.

 

Higuain-tatuaggio

 

Che tatuaggiadicere?
La pelle è tua.
Riguardo alla foto non sappiamo
se la pelle in questione
è di una persona
con fede calcistica napoletana,
juventina o di altri club.
Dietro questo tatuaggio
potrebbe esserci un dramma.

L’altro giorno, nella metro di Milano,
assisto a una scena memorabile.
Una signora tiene tra le braccia
suo figlio addormentato.
Ha un’espressione protettiva e amorevole.
Dalla spalla sinistra di lei,
esce il tatuaggio di una vipera.
La testa della vipera si staglia
nel delicato triangolo di pelle della mano
tra pollice e indice.
Se il bambino si sveglia,
si ritrova una vipera
a un centimetro dal naso.

Riguardo ai tatuaggi
siamo fortunati perchè c’è libertà
di farli e di riceverli.
C’è domanda e offerta.

Il tatuaggio non permanente
consente di cambiare
in base al calcio-mercato
e alle circostanze della vita:
Quando lo smisurato amore per Clotilde
o per Ramon si affievolisce,
il suo nome, tatuato sul cuore,
può sparire con lei o con lui.
Perfetto.

Il tatuaggio permanente
deve fare i conti con il mutare degli eventi
e anche con il mutare del supporto di base:
la pelle.

La pelle non è come la matrice d’acciaio
sotto il bulino dell’incisore:
la pelle muta.

La pelle raggrinzisce e invecchia.

La formosa pin-up sul braccio del marinaio
diventa con il tempo grinzosa.
Anche il muscolo atletico
che la faceva muovere e sobbalzare
in modo sensuale, si atrofizza.

Nulla di male.
Anche le corteccie rugose
dei tronchi secolari
sono magnifiche alla vista e al tatto.

La pelle muta.
Dopo il tatuaggio, la pelle grida.

Connesso al tatuaggio,
c’è il potere distintivo.
Anna come ce ne sono tante,
e Marco come ce ne sono tanti,
cercano il loro segno inconfondibile.
Così Marco 3610 si distinguerà da Marco 4816
e Anna 3779 spiccherà rispetto a Anna 9581
grazie al tatuaggio, naturalmente.

Poi , in certi casi,
c’è il senso di generosità e di fiducia,
che è un aspetto meraviglioso:
consentire a un principiante di esprimersi
offrendogli la propria pelle
come quadernetto per appunti
è un gesto nobile.
Offrire la chiappa sinistra
a un apprendista
che non ha mai disegnato prima un ippogrifo,
è un atto di stima commovente.
Un’iniezione di fiducia per il tatuatore in erba
e un’iniezione di inchiostro per te.

La pelle è un mantello poroso e traspirante.
Solo la persona che vede tutto nero
può pensare che un’infiltrazione di inchiostro
possa nuocere alla salute.
Nessun problema.
Sarà sempre possibile fare, in seguito,
una bonifica corporale,
come accade con l’eternit.

Poi c’è il confine
tra un disegno tatuato e l’altro.
Esiste una visione dall’alto del proprio corpo,
un piano generale
oppure il tatuaggio è un riempitivo
da aggiungere finché c’è spazio?

“Mi fai un coccodrillo sul femore?
Oppure la mappa del Cile…
Coccodrillo o Cile?
Sono indeciso.
C’è differenza o costa uguale?”

 

E infine, ma proprio alla fine,
c’è l’eccezione,
la motivazione vera,
incontaminata, profonda,
fuori da ogni moda
superficiale e depotenziante.

Alla fine c’è la connessione
magica e misteriosa
che si concentra in un segno:
il tuo segno,
visibile o non visibile,
In quel segno
vive il significato più profondo
per la tua mente e per il tuo cuore,
capace di innescare e attivare
le tue migliori qualità e capacità.

E qui entriamo nel mondo
dei veri simboli potenzianti.
Qui entriamo nel dominio
dei codici della Logogenesi.

Sergio Bianco

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