Simbolo solare per il polo museale fiorentino.
Il marchio Firenze Musei,
creato nel 1998,
per identificare i 14 musei
del polo museale fiorentino,
é costituito da 14 vettori
che convergono nel punto centrale.
Ogni singolo vettore ricorda,
nella forma, la lettera “M”.
Il Simbolo rappresenta
l’unione dei 14 Musei Fiorentini
in un segno unico.
Il Simbolo é costruito bilanciando
l’alternanza delle aree bianche e nere
in modo armonioso fino ad ottenere una figura
che possiede l’illusione ottica
tridimensionale del rilievo e del movimento.
E’ un segno SOLARE,
che può essere interpretato positivamente,
in senso convergente oppure divergente.
Firenze é così rappresentata
come fulcro di arte e di cultura “illuminante”
ed i Musei stessi acquistano
una dimensione più calorosa ed umana,
come spazi aperti in cui l’Arte
é investita idealmente da luce ed energia.
Le due parole
che costituiscono il lettering FIRENZE MUSEI
sono disposte su due righe di pari lunghezza.
La caratteristica “V”
diventa elemento distintivo
e conferisce all’insieme
un’impronta classica,
scultorea e istituzionale.
Il giorno della presentazione,
avvenuta a Firenze, presso Giunti,
sono arrivato, come un esploratore,
con una cassa di legno grezzo
chiusa con una corda,
stile Indiana Jones.
Dentro c’era la scultura tridimensionale del simbolo,
la sfera dei 14 vettori,
costruita in legno da Giovanni Sacchi.
Ispirandomi ai disegni
creati da Leonardo da Vinci
per il “De Divina Proportione” di Luca Pacioli,
mi ero recato a Vinci per scoprire chi aveva realizzato
in legno i modelli dei progetti di Leonardo
esposti al Museo.
Così avevo contattato Giovanni Sacchi
chiedendogli di realizzare il simbolo come una sfera
per richiamare il concetto di perfezione,
di universalità e di mondo.
La sfera manteneva
le caratteristiche scanalature del simbolo.
I poli erano il centro del Simbolo stesso
mentre i meridiani
erano le linee di separazione tra i vettori.
Un’opera emozionante da vedere,
da toccare con mano e da sentire:
riconoscete il profumo del legno?
Naturalmente il modello tridimensionale
l’ho mostrato alla fine della presentazione,
dopo la visione dell’originale,
delle tavole emozionali
e di tutti gli elementi della nuova identità visiva.
Da questo progetto e da questa opera
realizzata in legno in modo mirabile,
è nata la collaborazione
e l’amicizia con Giovanni Sacchi
che sono felice di ricordare ora
e certamente ricorderò più nel profondo,
in un prossimo articolo.