Logogenesi e la camera anecoica di John Cage
Quando ci siamo noi, la morte non c’é
mentre, quando c’è la morte,
noi non ci siamo più.
Parola di Epicuro.
La stessa cosa
vale per il silenzio e per il suono
che, come vita e morte,
sono testimoni immateriali di una staffetta.
Non si manifestano contemporaneamente
ma secondo un’inevitabile successione,
il ritmo cadenzato del prima e del poi.
Nel dipartimento di Ingegneria
dell’Università di Ferrara
si trova la camera anecoica
più ampia e silenziosa d’Italia.
Anecoica significa priva di eco.
Grazie ai suoi pannelli assorbenti
e alla particolare struttura delle sue pareti,
la camera anecoica
consente di sperimentare il silenzio assoluto.
La camera anecoica
è importante nella ricerca scientifica
e nei test di laboratorio.
Oltre a questi utilizzi,
la persona che si cala
in questa assenza di suono
deve, però, fare i conti
con la sonorità del proprio essere:
la sinfonia del microcosmo.
Al “fruscio delle stelle del mattino”,
titolo memorabile di Vadim Zelan,
si contrappone il fruscio
della propria attività cerebrale.
Il battito del cuore prende volume,
diventa un rullare di primordiali tamburi
mentre i flussi venosi e arteriosi
si sentono come ruscelli
che sgorgano dal ghiacciaio alla pianura.
Detto con altre parole,
è proprio questo che ha sentito John
quel giorno dello scorso millennio.
John Cage, nel 1951,
entra nella camera anecoica
dell’Università di Harward
e avverte la presenza di due suoni,
uno alto e uno basso.
Il primo era il suono del suo sistema nervoso,
il secondo corrispondeva
alla circolazione del suo sangue.
L’anno dopo John Cage,
compone 4’33” , brano di non musica
per qualsiasi strumento o ensemble.
Il primo movimento è di 30 secondi,
il secondo dura 2 minuti e 23 secondi,
il terzo è di 1 minuto e 40 secondi.
La somma temporale dei tre movimenti
genera il titolo dell’opera: 4’33”.
La durata complessiva del brano,
273 secondi in totale,
si riferisce allo zero assoluto
posizionato a -273.15 °C,
temperatura irraggiungibile,
così come il silenzio assoluto.
John Cage amava il suono della musica
ma soprattutto il suono degli oggetti,
il suono metropolitano,
il suono casuale
che tutti circonda e tutto pervade
e, per questa ragione,
sceglie di nobilitarlo
e di inserirlo, con le sue imprevedibili varianti,
nella sua opera più rivoluzionaria: 4’33”.
Le orchestre o i singoli che,
cronometro alla mano,
hanno eseguito questa composizione silente,
hanno fatto risaltare il suono
che si manifestava oltre gli strumenti:
il colpo di tosse, il respiro,
il bisbigliare di uno spettatore,
la suoneria in modalità vibrante,
la voce del vento
o il cinguettare dei celesti volieri
se la performance si svolgeva all’aperto,
generando un’esperienza di ascolto sempre nuova.
Nel dominio Logogenesi
il simbolo è vibrazione pura.
La formula del SONOS,
unione della linea orizzontale della materia
con la linea verticale dello spirito,
con le sue 25 lettere
disposte a quadrato su 5 righe,
rappresenta l’istante sincronico,
il qui e ora in cui il simbolo, icona unica,
si manifesta con la sua frequenza benefica.
(Questo paragrafo lo puoi capire
solo se leggi le 432 pagine del libro Logogenesi)
Logogenesi
non vive nella camera anecoica,
vive piuttosto nell’eco del racconto,
ultimo dei dodici codici,
e vive nella realtà caotica del nostri tempi.
I Simboli creati in virtù
dei dodici codici della Logogenesi
si circondano automaticamente di silenzio
poiché generano un’aura
che li isola e li fa risplendere.
Un’aura che li fa sentire senza necessità di urlare,
li fa vedere
senza necessità di riprodurli in grandi dimensioni,
li fa amare per la loro essenza,
la loro bellezza, il loro significato,
li fa vibrare nel cuore grazie all’impatto emotivo
li fa distinguere per il loro inconfondibile stile,
li fa apprezzare perché creati
con gli stessi rapporti aurei e numerici
delle meraviglie presenti in natura.
Quando c’è Logogenesi, la morte non c’é
e quando la morte fisica sopraggiunge
possiamo scegliere di vivere
e di risplendere come le stelle
oltre la nostra limitata esistenza.
Parola di artigiano del Simbolo.
Sergio Bianco #logogenesi
Un richiamo alla consapevolezza del microcosmo in linea con il mio percorso https://www.dodicievoluzionedimpresa.it/eventi/ che esplora il benessere e l’armonia interiore attraverso esperienze sensoriali e riflessioni personali.