Dialogo con la cicala. L’esoscheletro come prova di ascolto
In un recente articolo
ho scritto riguardo al silenzio
nel viaggio, nella musica,
nel dialogo,
nella fotografia, nella produttività,
nell’alimentazione, nella poesia,
nella natura e nella simbologia.
Nel dialogo,
il silenzio è la speranza
di essere stato ascoltato,
l’illusione che la persona che hai di fronte
stia elaborando
quello che hai appena espresso
per poi rispondere
in modo conseguente e costruttivo.
Se questo non accade
significa che, probabilmente,
stai dialogando con una cicala
ancora immatura.
La cicala parte lentamente
con il suo motore diesel
e prosegue inesorabile.
Brevi pause per prendere fiato
dissetandosi con la linfa dell’albero
o con una goccia di rugiada
e poi riprende
senza darti la possibilità di capire
quando finirà il suo monologo.
Se questo è un problema,
la colpa non è della cicala
ma di chi non sa riconoscere
l’interlocutore a cui si rivolge
e soprattutto la sua capacità di comprendere
in quel momento della sua esistenza.
Apro una parentesi.
Mi piace pensare che esista
un linguaggio intenzionale e sensitivo
che può farti comunicare in modo profondo
con tutti gli anima-li
scritti proprio così,
con il trattino che ne evidenzia l’anima
come giustamente afferma Viviana Nima
counselor evolutivo
della relazione tra uomo e anima-le.
Diversamente, la cicala a cui mi riferivo,
ha sembianze umane,
occhi, naso, bocca, due gambe, due braccia,
un cellulare
e una zavorra piena di informazioni
che non la fanno staccare da terra.
Quando le tue parole risultano scomode
o sono di natura contraria
si genera una forma di difesa
che salva la comfort zone
e non consente alcun cambiamento evolutivo.
Ma la natura è misteriosa
e comprende cicli di crescita e trasformazione.
Così, nel tempo opportuno, la cicala muta,
parola che evoca il silenzio
e quindi la capacità di ascolto.
Uscita dal suo esoscheletro
la cicala diventa simbolo di rinascita
e di nuova vita.
In conclusione,
nei vari tentativi di dialogo e di comunicazione
tra esseri umani,
se vedete e riconoscete l’esoscheletro
di un vostro caro interlocutore
è un segnale di speranza
riguardo ad una virtù
tanto rara quanto preziosa:
l’arte di ascoltare.
Sergio Bianco Logogenesi
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