Scritti di Sergio Bianco nel dominio dei Simboli.

L’uroboro di Giotto nella sabbia della clessidra

 

uroburo-logogenesi

 

Giotto di Bondone (1267-1337),
come la maggior parte
dei grandi pittori,
è conosciuto
con il nome unico: Giotto.

Giotto contiene
la perfezione letterale dell’otto,
numero infinito
composto come una clessidra
da due cerchi temporali,
il cerchio del passato
e il cerchio del futuro.

Giotto, in virtù di testimonianze
divenute leggenda,
aveva la capacità di tracciare,
a mano libera,
il cerchio perfetto.

Tracciare il cerchio a mano libera
è un esercizio da svolgere,
nel micro e nel macrocosmo,
dentro la clessidra del tempo
oppure nelle spiagge sabbiose
del Parco dell’Uccellina.
Insomma,
è un rito per spazi sconfinati.

Prendi quindi contatto,
a piedi nudi, con la sabbia,
scegli con cura il bastoncino
e investi il tuo tempo
nella ricerca della perfezione:
cerchi

La perfezione
è il collegamento
tra pensiero e azione,
istinto e gesto,
raggio e sole,
equilibrio e segno.

Tracciare cerchi sulla sabbia,
è qualcosa di simile
ad una pratica
di meditazione Yoga.

Nella visione dall’alto
il mare cancella generosamente
i “cerchi di”,
ovvero gli errori,
le incertezze e i tentativi
che precedono la confidenza.

Contemporaneamente,
il tuo occhio e la tua mente
registrano i miglioramenti,
gli accorgimenti sottili,
i giochi di equilibrio,
i trucchi segreti,
le chiavi posturali
che ti portano a migliorare
in modo costante e inesorabile.

E il piede?
Quanto influisce
sulla perfezione di un cerchio
tracciato a mano
l’appoggio del piede
e il suo contatto con la terra?

Basta che osservi
il rovescio incrociato
di una leggenda del tennis
e avrai la risposta.
Basta che conosci
l’arte maniacale di Davide
nel calibrare la fionda
e capirai.

Uroboro
è il simbolo circolare
del serpente che si morde la coda.
È un segno senza tempo.
I superficiali pensano che l’uroboro
rappresenti un circolo vizioso.
Diversamente, i saggi sanno bene
che l’uroboro
è l’unione perfetta e armoniosa
tra il fine e l’origine.
L’uroboro è la semplicità
di un’icona magica,
difficile da realizzare
nel suo istante successivo.

L’uroboro è il talismano,
l’anello prezioso,
il cerchio di fuoco.

L’uroboro può essere rivolto
verso sinistra o verso destra
e quindi può procedere
in senso orario o antiorario
definendo in tal modo
direzione e intenzione.

Quando si manifesta,
nel suo gesto compiuto
la testa del serpente scompare
poichè inizio e fine
sono la stessa cosa.

In questo senso
mi piace pensare che l’uroboro,
il serpente cristallizzato
con la bocca aperta
sulla propria coda,
sia l’attimo prima
della futura perfezione.

L’attimo dopo
è il cerchio di Giotto.

L’attimo dopo è il mare infinito.

Sergio Bianco, Logogenesi

 

 

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