Simmetria e fulcro visivo nel talismano delle cinque dita
La mano di Fatima
è un antico talismano
della cultura orientale.
È nominato anche Hamsa,
termine arabo che significa cinque.
Il simbolo rappresenta la fortuna,
la fertilità e l’universo femminile.
Nel centro del talismano
con le cinque dita,
si staglia l’occhio.
L’occhio rappresenta il divino,
la Natura superiore,
sconosciuta ma percettibile,
che tutto vede.
Diversamente,
nella mia interpretazione,
è l’occhio dominante
che ogni persona,
in origine, possiede.
L’occhio dominante,
inteso a livello superiore,
è la visione dronica (termine da me coniato)
che tutti, volendo, possono sviluppare:
l’arte di vedere
i fenomeni dall’alto.
Nel corso dei secoli,
questo simbolo è stato interpretato
e sviluppato in tanti modi,
con variazioni decorative,
intarsi elaborati
e scritture di frasi beneauguranti.
La Mano di Fatima
è stata riprodotta in argento,
in forma di gioiello
o di ninnoli commerciali
di scarso valore.
Nonostante questo, la sua essenza
e il suo valore simbolico
permangono invariati.
La forza di questo simbolo antico,
e determinata da due fattori:
la simmetria e il fulcro visivo.
Pollice e mignolo
si specchiano in modo equilibrato
conferendo al segno
il perfetto bilanciamento
della saggezza.
L’unione delle tre dita
indice, medio e anulare,
forma una sorta di diadema
che ricorda i tre monti
presenti in alcuni stemmi araldici.
Il medio centrale
si staglia sull’asse verticale
perfettamente allineato all’iride.
Pollice e mignolo
rivelano uguaglianza
tra sinistra e destra.
Pollice e mignolo
si aprono come una gemma,
o una fonte di acqua
in segno di fioritura e ricchezza.
Il simbolo evoca
il celeste voliero
connesso al passato
e orientato verso il futuro.
L’occhio centrale,
come il quadrato bianco
al centro della cover Logogenesi,
è il fulcro visivo
nel quale si concentra L’attenzione.
Determinante, infine,
l’arco sorridente del palmo della mano.
Tale arco è una parabola positiva
rivolta verso l’alto.
Importante quindi che questo simbolo
sia indossato o rappresentato
nel verso giusto,
altrimente ottiene effetto contrario.
Contrario come un orologio alle 8 e 20,
un simbolo Nike rovesciato,
una banana triste,
una marcia che,
anziché essere a favore della pace
utilizza il termine “contro”
e rafforza quella parola
che si intende contrastare.
In questo senso è importante
la conoscenza dei simboli,
la distinzione tra segni
evolutivi o depotenzianti
e la cura benefica del silenzio.
Sergio Bianco, Logogenesi
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