Il monaco vende la sua Ferrari o la regala?
La scelta del titolo
è importante per un best seller.
Robin S. Sharma lo sa bene
e sceglie per il suo libro
un titolo accattivante e magnetico:
Il monaco che vendette la sua Ferrari.
Di solito, di fronte a questi titoli,
è meglio verificare il titolo originale.
Mi ricordo, infatti, uno dei primi libri
di Anthony Robbins
al quale ho strappato la copertina
perché la traduzione italiana del titolo,
rivolto agli aspetti finanziari,
era irrispettosa e sminuente
nei confronti dell’originale:
Il titolo vero,
splendente nella sua nobilità,
era infatti
“Scopri il gigante che è in te”.
Viaggiando,
leggevo sui treni questo libro ispiratore,
libero dalla copertina depotenziante,
come fosse un misterioso manoscritto
che incuriosiva il circostante.
Tornando al libro di Robin Sharma,
il titolo originale non cambia:
“The Monk Who Sold His Ferrari.”
Il protagonista è un avvocato
sulla cresta dell’onda.
È potente, stressato e insoddisfatto.
Un attacco di cuore
lo costringe a fermarsi.
Il protagonista lascia ogni cosa materiale,
compresa la sua amata Ferrari
e parte per l’Himalaya.
Quando torna è un uomo nuovo.
Assisi, anno 1205.
Francesco è figlio di un facoltoso mercante.
Quando sceglie di diventare frate,
abbandona ogni ricchezza
e vive in assoluta povertà.
San Francesco è l’esempio luminoso
di vita semplice, umile, povera,
nel rispetto delle creature di Dio:
sole, luna, stelle, vento,
acqua, fuoco, terra e perfino morte.
San Francesco, simbolicamente,
rinuncia alla sua Ferrari.
Città del Vaticano, anno 2013.
Papa Francesco
prende il Nome del Santo di Assisi
ma vive, in contraddizione, dove tutti sappiamo,
con possibilità infinite di essere generoso,
in uno Stato di ricchezza assoluta
accumulata nei secoli dei secoli.
Le Ferrari, simbolicamente, sono in garage.
Tornando al libro di Robin Sharma
il titolo in questione parla chiaro.
Il monaco, la Ferrari la vende,
non la regala mica.
Altrimenti, il protagonista
come si salva dall’infarto?
Come ci arriva in Himalaya?
E quando torna, come vive?
In conclusione mi viene in mente,
un libro di Eric Fromm,
trovato per caso in una bancarella dell’usato
nello scorso millennio.
Il titolo era significativo:
AVERE O ESSERE?
A matita,
tracciando le barre verticali dei dollari
sopra la doppia ESSE esistenziale,
c’era la mia spontanea risposta.
Sergio Bianco, Logogenesi